“Il valore di un’impresa non dipende tanto dal fatto che operi nel B2C o nel B2B quanto dalla capacità di essere B2WE”
E’ questo uno dei passaggi chiave – 1.02″ del filmato – illustrati nel video realizzato per promuovere un nuovo libro [che mi sono premurato di ordinare seduta stante].
Di ottima fattura, illustra egregiamente i concetti che avevo espresso soffermandomi sulla differenza tra sociale e sociabile.
Solo mettendo al centro del processo l’insieme degli stakeholders, interni ed esterni, l’impresa diviene sociale e può dunque massimizzare le potenzialità dei social media. Si tratta di un percorso che trascende dall’esternalizzazione, o meno, della comunicazione, e affonda le sue radici nell’analisi e nella trasformazione dei processi organizzativi d’impresa.
Come ho già avuto modo di ricordare, i social media non sono un altro canale di comunicazione o, peggio ancora, una modalità per effettuare campagne pubblicitarie a basso costo. La ridefinizione dei mercati di riferimento e delle strategie di penetrazione richiedono una adeguata [ri]organizzazione aziendale dalla quale evidentemente le imprese del comparto editoriale non sono esentate.
Il passaggio dai “new media” al new WEdia è la chiave, come già lasciava intuire sin dal titolo il libro dell’amica Mafe De Baggis.
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